Ma siamo Mattrix?

Potere, il potere della parola, quello dei superiori, il potere del denaro, quello del possesso, il potere dei governi ed il potere della conoscenza.

Ho conosciuto eruditi forti di una preparazione accademica, sapienti di una Gnosi sapienziale, colmi di dogmi e rituali arcaici in grado di re-agire attraverso dimensioni non conosciute ai più. Ricchi entrambi di sapienza e di sapere.

Come non invidiare il potere dei supereroi, il potere di volare, il potere della forza e quella del tuono stesso.

Eppure non ho trovato un briciolo di autorealizzazione in tutto questo, dalla malinconica diversità dei supereroi che vorrebbero essere umani, agli umani che vorrebbero essere supereroi, da studiosi di segrete discipline che vorrebbero divenire come dei e che, al contrario, rimangono fin troppo umani.

Tutti alla ricerca del un raggiungimento di un traguardo invisibile e incerto, nessuno sa quello che vuole ma tutti fanno di tutto per ottenerlo, confondono il potere materiale con il vero potere, quello che può cambiare la vita più di qualsiasi ottenimento terreno.

Si potrà vincere alla lotteria, ereditare una fortuna, ma il vero potere è un altro.

Il vero potere è quello che riesce a cambiare i propri vizi in virtù. Perché se si è incapaci di cambiare se stessi non sarà possibile cambiare il mondo circostante ne’ la propria esistenza.

Ecco la vera ricchezza che si dovrebbe sperare di ottenere dalla propria vita!

Penso allo squallore di una vita tesa alla ricerca dei pochi beni materiali che si possono pretendere dal proprio stato sociale, cosa rimane alla morte? Pochi beni da dividere a chi rimane. Un vecchio televisore ormai obsoleto o una macchina passata di moda, qualche libro. Presunti tesori che diventano materiale di scarto, da magazzino o da macero. Ben altra cosa è lasciare un ricordo indelebile della propria capacità di essere da esempio per le caratteristiche elevate, per il proprio saper vivere consapevolmente.

Quindi il primo passo consiste nell’umiltà di mettersi in discussione e a seguire, la volontà di raggiungere la consapevolezza. Ma come ottenere questi “salti quantici” interiori? Attraverso una vera e propria “catabasi” durante la quale devi essere in grado di soggiogare il “Guardiano della Soglia”.  Si tocca qui uno dei misteri più alti della spiritualità. Ciò che del Guardiano (si tratta di 2 figure distinte) si può dire, e che è tra l’altro citato anche in testi come l’Iniziazione e Scienza occulta, è che si tratta di un entità che vive dentro di noi, che viene determinato karmicamente al primo congiungimento tra ovulo e spermatozoo.

E’ un entità complessa, altrove definita anche “doppio” ed è intessuta nel nostro corpo animico. In quella parte astrale legata alla corporeità generale umana.

Essa è legata al nostro destino: pare in qualche modo legata alla modalità con cui noi effettuiamo azioni nel mondo fisico. Un’entità a cui si deve rendere conto per quanto guarda l’utilizzo delle qualità animiche, che in qualche modo sembrano appartenerle. Essa ci preserva al contempo dal penetrare nel mondo spirituale, fino a quando non siamo pronti. E quando giunge il momento essa si mostra, dicendo: “sei pronto”. Ma per andare oltre devi purificare te stesso. E lo puoi fare solo guardando quanto sei impuro. A quel punto si prende coscienza delle proprie bassezze e impurità perché esse si oggettivano, “personificandosi” in una figura mostruosa, chiamata appunto il “Piccolo Guardiano della Soglia”.

Questa discesa negli inferi dei propri vizi (vedi anche La Divina Commedia – Inferno) ci pone di fronte tutte quelle caratteristiche inferiori legate alla materialità che tutti i miti legati a questa “immersione in se stessi” (Ercole, Polluce, Orfeo per i greci, la babilonese Inanna, l’eroe ittita Kessi, Xolotl in Messico ed Enea per i latini) propongono.

Tutte queste vicende di dei ed eroi, sottendono una lezione di vita; dagli insegnamenti morali in essi contenuti possiamo percepire come gli autori classici  fossero giunti ad una concezione dell’esistenza umana che tenesse conto dell’essenza del vivere, essendo riusciti a scremare tutta la futilità e la superficialità dei valori materiali… Una rivalutazione dei veri valori quindi, che serve per migliorare la propria condizione, ma non intesa come condizione sociale, ma ad una interiore. Questa via di realizzazione prevede l’uso della conoscenza e dell’autocontrollo che se se equamente impiegati sul proprio io possono renderlo inattaccabile dall’esterno… fato, fortuna ed opportunità saranno quindi relegati ad un ruolo di secondo piano ed il nostro Io sarà sempre consapevole, in poche parole, la via della Karmanautica.

Mi stupisce che in quest’epoca di inflazionata consapevolezza, comprensione cosmica, in cui la verità è alla portata di tutti coloro (basta che che “credano”), il potere materiale (rappresentato da quella congerie di beni effimeri) abbia così presa sulle menti dei “risvegliati”, così come mi stupisce di come essi siano ancora prede delle emozioni negative (rabbia, risentimento, livore, aggressività, egocentrismo, cattiveria etc… etc…) e dei vizi legati alla materialità. Mai visti prigionieri così affezionati alla catena che li imprigiona…

In pochi accettano di mettersi in discussione e di mettere in discussione le loro priorità, questo mi fa venire in mente una frase di un film che ha avuto il merito di mostrare una verità (e di ingannare in ugual modo)  

«Vede? Io so che questa bistecca non esiste. So che quando la infilerò in bocca Matrix suggerirà al mio cervello che è succosa e deliziosa. Dopo nove anni sa che cosa ho capito? Che l’ignoranza è un bene».

Inutile quindi cercare di essere diversi senza cambiare se stessi, la tana del Bianconiglio ha una porta che solo chi possiede la chiave può aprire…

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