Siamo uomini o Karmanauti?

Siamo uomini o Karmanauti?

Chiunque sia preda delle proprie debolezze ne è schiavo, un carattere instabile, debole, incostante, non potrà mai produrre risultati duraturi. È come se in un esercito ci fossero più comandanti che danno ordini contrapposti, contraddittori e contrastanti, i soldati sarebbero incerti sul da farsi e agirebbero in modo disarmonico e disordinato, fornendo così all’esercito avversario, più equilibrato ed ordinato, di avere una facile vittoria.

Ogni giorno vivo situazioni al limite dell’assurdo e direi quasi dell’inconcepibile, persone in balia di cambiamenti di umore e di equilibrio, personalmente cerco sempre di starne alla larga e vedere le cose dall’alto, secondo una prospettiva che mi mantenga distante proprio per non farmi coinvolgere energeticamente, a volte riesco a volte SO di non poter riuscire, ma attraverso la Karmanautica riesco comunque a non esserne preda e a uscirne senza troppi sommovimenti karmici.

Persone contro tutto e tutti in correnti egregoriche di disprezzo e biasimo, continue denigrazioni giustificate sempre come giusta causa, per la politica, per questo vivere all’insegna della scontentezza ad oltranza che porta ad essere irati per gli atteggiamenti altrui. Questo significa non accettare e quindi non comprendere i rapporti esistenti tra causa ed effetto. Il risultato è paragonabile (come già scritto innumerevoli volte) al prendere tutte le onde di fianco mentre si sta navigando… il rischio è sempre il ribaltamento (la perdita di equilibrio, di lucidità, di coerenza).

Se si è consapevoli dei rapporti di azione e reazione che si svolgono nel Velo di Maya, si capiranno anche i meccanismi di causa ed effetto nei rapporti interpersonali ottenendo come vantaggio l’essere sempre padroni delle emozioni altrui sapendo agire strategicamente, usando frasi e parole per far capire o confondere, per unire o allontanare.

Il potere delle parole agisce sull’ego altrui, blandendo attrarrai, offendendo allontanerai, come il ragno che tesse la sua tela per imprigionare la preda e la taglia per liberarsi della sua carcassa.

Solo chi adopera il Banpen Fugyô saprà come vivere senza immergersi nelle emozioni umane tanto da rischiare di esserne sopraffatto, solo così vedrà le stesse dipanarsi come un serpente agonizzante che si soffoca tra le sue stesse spire, muovendosi senza coerenza e senza direzione, sempre alla ricerca di una stabilità come un ubriaco che si appoggia a chiunque sobrio che incontra sul suo cammino; infatti solo chi è dotato di equilibrio proprio riuscirà in questa operazione, solo chi non si appoggia saprà muoversi e saprà sbilanciarsi senza però perdere l’equilibrio come fa il vero artista Marziale nelle sue tecniche di attacco o difesa.

Come esso, il karmanauta sembra perdere l’equilibrio mentre si sposta, solo per trovare poi improvvisamente la stabilità… Antei no Kadosei, la mobilità nella stabilità, quella capacità che porta allo squilibrio per empatia spontanea l’avversario che si confonde e perde la concentrazione, la sicurezza ed il proprio Fudô, l’inamovibilità… cadendo rovinosamente. Così funziona anche il meccanismo in una discussione, una diatriba, un’azione karmica. Portare allo sbilanciamento dell’avversario attraverso la consapevolezza dell’azione e della reazione, senza affezione e senza acredine, con la stessa efficacia con cui si avvita un bullone nel motore di una macchina, sapendo che così facendo acquisterai maggiori benefici in termini di equilibrio e di vantaggio.

Inumano, direte voi, ma efficace, rispondo io, freddo e calcolatore direte voi, ma stabile ed equilibrato rispondo io. L’affetto lo si dà ai propri cari e per la difesa di tutto ciò che si ama. Voglio ricordare il Ninja Seishin la parte più spirituale ed esoterica del Ninjutsu e citando il suo Poema più rappresentativo, il “Ninniku Seishin”, che dice: “Ninja-seishin towa, shin shin shiki, o shinobu ninniku-seishin o kopon to suru.ùchijoku o shihonde urami o hojisaru, nintai-seishin o yashinau kotoni hajimaru monode aru.

Nin towa, kokoro no ueni yaiba de hito o kizutsuke tari suruyono monodewa naku, kajo-waraku, hana no gotoki jo-ai o motte, heiwa o tanoshimu mono de aru”.

L’essenza del ninja 忍者 è lo spirito del ninja che ha il potere di usare la pazienza insieme al corpo, alla mente ed al suo subconscio. È il potere che bisogna sviluppare allenandosi duramente. Il risultato condurrà alla capacità di sopportare sempre ogni seppur minimo insulto (umiliazione 辱) ed in seguito rimuoverlo insieme ad ogni minima traccia di risentimento (Nintai Seishin 忍耐 精神 lo spirito della perseveranza).

Questo deve essere l’agire del Karmanauta, la cui formazione comprende anche le tecniche di Antica Strategia Militare, il Bunryaku Heihô, la cui azione attraverso di esso porta alla vittoria. Solo così si potrà ottenere di avere sempre l’avversario di fronte e mai di spalle, sapendo tutto ciò che avviene intorno a sé, senza sorprese e senza perdite di controllo della propria esistenza.

Al prossimo articolo! E fino ad allora chiedetevi in cuor vostro se siete una mosca che svolazza libera o se siete un ragno padrone della propria tela.

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