Non mostrare la forza se non vuoi svelare i tuoi segreti all’avversario, essa potrebbe diventare un probabile punto d’appoggio per la sua reazione diretta contro i tuoi movimenti strategici. Serve invece occultare le proprie capacità rendendole invisibili e quindi non calcolabili dal nemico, soprattutto durante l’organizzazione e lo svolgimento dei piani, anche quando questo riguarda la disposizione delle forze: ciò che non si usa subito nello scontro è quello che si tiene di riserva, perché è solo quello che permette, la durata del confronto.
Vince chi dura più dell’avversario, e quindi vince chi dosa sapientemente, nascondendole, le proprie forze ancora inutilizzate. Tema classico, anche questo, del pensiero strategico cinese: “attraversa il mare senza che il cielo lo sappia – Mán tiān guò hai 瞒天过海 ”, il Primo dei 36 Stratagemmi, classico tra i testi dell’arte della guerra cinese, il cui significato in sostanza è che lo Yin, arte dell’inganno, è già tutta nello Yang, arte dell’azione. Non c’è separazione netta tra i due momenti, tra la forza che si è costretti a usare e quella che rimane coperta. Poi, “Crea qualcosa dal nulla – Wú zhōng shēng yǒu 無中生有/无中生有”, VII Stratagemma; e qui si tratta di creare l’illusione che qualcosa non esista o che qualcosa, invece, esista, ma è la stessa cosa, concetto simile al “Kyo jutsu Tenkan – 虚実転換法” usato nel Ninjutsu che significa mescolare la verità alla falsita. La guerra si fa soprattutto nella mente del tuo avversario, che è esattamente tutto quello “sotto il cielo”, ovvero nel Velo di Maya, che si sta muovendo contro di te.
Il punto di contatto tra la strategia di guerra cinese e la Karmanautica consiste nel calcolo consapevole delle mutazioni tra Yin e Yang, tra la ragione e il sentimento, tra cautela e sventatezza, infatti alla base del Tao 道 vi è la concezione che tutto è apparente contraddizione, ovvero la creazione consta nell’unità degli opposti, interazione dello yin e dello yang.
Sebbene il taoismo abbia affondate le sue radici nella natura (la natura naturans di Baruch Spinoza, Velo di Maya secondo Schopenhauer, Velo dell’ignoranza secondo Immanuel Kant e prima ancora secondo il Buddhismo e lo Shivaismo Kashmiriano) e sia stato sempre associato alla cosmologia cinese e all’Onmyōdō 陰陽道, propone tuttavia degli spunti molto importanti concernenti la strategia. Questi spunti si possono trovare nelle opere maggiori, come il Tao Te Ching, e affermano come la perfezione in generale (il Tao) possa in modo versatile, riferirsi a più ambiti.
I punti strategici che consentono di elaborare la tattica appropriata sono bene approfonditi nelle opere taoiste, soprattutto di stampo militare, come “L’arte della guerra” di Sun Tsu, ma anche in Liu An (179 a. C. – 122 a. C.), con la sua opera Huainanzi (淮南子), o Libro del Maestro di Huainan ove proprio il Quindicesimo capitolo tratta di strategia militare (Bīnglüè Xùn 兵略訓 – Strategia militare).
Tali fattori si identificano esattamente con quattro caratteri essenziali: shi 势, xing 形, yin 因 e jie 節, rispettivamente la capacità di porsi in una situazione di vantaggio, usufruendo di qualità non tangibili come quelle psichiche, paragonabile alla mente (Giapp. Shin) la forma tangibile della forza fisica paragonabile al corpo (Giapp. Tai) la capacità di reazione al contesto per adattarsi alla precisa circostanza, e la tempestività o tempismo paragonabile al Giusto tempo (Giapp. Kizen).
I termini cinesi ji mou 计谋 e ji ce 计策 alludono rispettivamente “alla pianificazione dinamica della organizzazione e dell’esecuzione, in relazione allo sviluppo della situazione e alle varie opportunità che si possono presentare” (ji mou) e “alla trovata geniale, l’espediente che, per la sua efficacia o la provata e duratura validità, assurge a norma universale e atemporale” (ji ce), in questi concetti emerge il carattere di “predittività” insito nella Karmanautica.
L’antica filosofia cinese, nel suo ramo militare, fornisce suggerimenti preziosi al fine di avere una maggior consapevolezza di sé, del proprio esatto contesto, degli ostacoli da superare e della visione ampia e aperta che ogni strategia necessita come requisito. La posizione di vantaggio , il controllo della propria emotività, il saper percorrere più strade e in maniera diversa ogni volta forniscono elementi che migliorano certamente le proprie capacità di riuscita, insomma i concetti di Nin e Nintai (Perseveranza e adattabilità) secondo quanto insegna il Ninjutsu.
Nella sua elaborazione Giapponese, la strategia militare cinese prende il nome di Bunryaku Heihō, e come nella sua versione posteriore cinese, il loro sviluppo fu dovuto alla necessità di difendersi con successo su un campo di battaglia. Lo studio e l’applicazione dei principi descritti nel “Go rin no sho” di Myamoto Musashi (nel caso del Bugei 武藝) viene oggi applicato anche nel settore commerciale o in ambito diplomatico, e anche se oggi è più difficile trovarsi ad affrontare un autentico evento di guerra, nella vita quotidiana non mancano scontri e la necessità di gestire un conflitto (dialettico, lavorativo, interpersonale).
Nella Karmanautica questa sequenza di strategie viene proprio utilizzata per muoversi nelle azioni karmiche senza perturbarle in modo incerto e maldestro, per fare si che le reazioni siano a noi favorevoli in grande proporzione, sotto il nostro controllo consapevole.
Quando parliamo di “gestione di un conflitto”, uno degli argomenti più importanti di cui tenere conto è sicuramente la “strategia”: se questa è ora come allora, fondamentale nei combattimenti sul campo, altrettanto possiamo dire nel confronto personale; a sua volta la strategia consta di una serie di fattori, tutti più o meno decisivi a seconda dell’ambito di applicazione, la Karmanautica studia ed applica appunto queste strategie per gestire azione e reazione in modo ottimale, si da poter ottenere una vittoria sulle proprie emozioni, punto fermo per poter gestire “superpartes” ogni situazione che si presenti.